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Lunghezza (km) : 

51

Dislivello (m) : 

0

Difficoltà : 

Media

Tutte eccetto bici da corsa

Adatto a : 

Cammino dei monaci

Il cammino dei Monaci è il percorso dei pellegrini da Milano fin quasi a Piacenza sulla via Francigena e quindi fino a Roma.

Non è un cammino conosciuto o alla moda, come quello di Santiago o come la via Francigena in cui confluisce, ma ha comunque il suo fascino perché attraversa luoghi molto importanti per la storia di Milano, sotto diversi punti di vista.


Artistico/religioso, in primo luogo, avendo la partenza “ufficiale” dalla basilica di San Lorenzo, in pieno centro di Milano, e facendo tappa nelle Abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone.


Storico, perchè si attraversa il Sentiero dei Giganti, detto così in onore della battaglia dei Giganti (o battaglia di Marignano), tra francesi e Svizzeri per il controllo del Ducato di Milano.  Le conseguenze della battaglia furono notevoli, non solo per il ducato di Milano, che passò dagli Sforza alla Francia, ma per la storia d'Europa. La disfatta svizzera fu così schiacciante, che fu in quell'occasione che la Confederazione inziò la sua politica di totale neutralità ed i francesi usano l'espressione Quinze-quinze, ovvero 1515 l'anno della battaglia per indicare una situazione di estremo caos, analogamente al nostro "è successo un '48”.


Paesaggistico, si attraversa un'area che ha da sempre avuto una vocazione agricola, dove le abbazie non erano solo luoghi di preghiera, ma presidi del territorio e centri di lavoro dove si sperimentavano tecniche agricole innovative, sfruttando la ricchezza d'acqua della pianura Padana, come già detto qui a proposito di Chiaravalle e nel box a fondo pagina. Tuttavia, nonostante i proclami politici di facciata e l’istituzione del parco agricolo Sud Milano, questa area è stata fortemente antropizzata negli ultimi anni. I campi che ancora vengono coltivati sono circondati da autostrade (A1, A9 e tangenziale Ovest), da zone industriali, enormi centri commerciali, oltre che da centri abitati, vecchi e nuovi.


Pertanto, il cammino dei Monaci non è un percorso su strada ciclabile, né tantomeno ci sono indicazioni stradali o una traccia gpx ufficiale. Il sito Valle dei Monaci propone semplicemente una cartina generale con le indicazioni dei percorsi. La traccia che, invece, potete scaricare da questo sito si riferisce ad un’esplorazione fatta sul campo, cercando di raccordare quanto segnato sulla mappa nel modo migliore possibile, attraversando i punti di interesse e privilegiando strade poderali o sentieri, con un tratto che inevitabilmente attraversa la Zona Industriale di San Giuliano Milanese. 

Non copre tutto il percorso da Milano a Piacenza, ma è un ottimo suggerimento per una gita di un giorno Milano-Melegnano-Milano. Come ho fatto a marzo 2019 per la mia prima (ed ahimè unica) esperienza da guida di un plotone di 44 ciclisti, con l’associazione Wonder Ride.

Si parte da corso Lodi a Milano verso l'abbazia di Chiaravalle, si prosegue attraverso sterrati in mezzo ai campi verso Opera e l'abbazia di Mirasole, si torna indietro e da Chiaravalle ci si sposta all'abbazia di Viboldone tra i capannoni alle spalle della zona commerciale di San Giuliano (di domenica a fabbriche chiuse c'è poco traffico). Poi si raggiunge Melagnano arrivandoci da vie poderali asfaltate, si attraversa il centro, il castello Mediceo ed il parco Brogi Izar, per tornare verso Nord lungo il sentiero dei Giganti e di lì a Milano attraversando San Donato Milanese su ciclabili. 


Per chi, invece, vuole davvero effettuare un cicloviaggio di più giorni lungo la via Francigena, da Milano è più comodo intercettarla a Pavia, attraverso il Naviglio Pavese.

Caratteristica di questa zona della Lombardia è l'abbondanza di acque di falda che, sfruttata con la tecnica delle marcite come spiego qui, ha consentito l' "invenzione" del grana padano a Chiaravalle.


Spostandoci poco più a Sud nel Lodigiano (sfiorato da questo percorso) il grana si trasforma in raspadüra.  La raspadüra è nata come cibo povero: era ricavata da forme imperfette che non potevano essere vendute, e quindi venivano raschiate via con una raspa (da cui il nome) e consumate a sfoglie sottili.

Quelle sfoglie oggi sono prodotte apposta, in modo da non sfaldarsi da formaggio a bassa stagionatura, dai quattro ai sei mesi. 

La raspadüra è ottima mangiata da sola, ma ancora più buona accompagnata da salumi, noci  o funghi,  per guarnire primi piatti come il risotto o la polenta o anche carpacci di carne.

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