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Lunghezza (km) : 

7

Dislivello (m) : 

0

Difficoltà : 

Facile

Tutti i tipi di bici

Adatto a : 

Porta Romana - Chiaravalle

È un percorso molto breve, ma farlo ne vale ugualmente la pena, anzi è obbligatorio, almeno per chi abita a Milano Sud-Est. La strada è tutta su ciclabile o ciclo-pedonale, tranne che per un brevissimo tratto iniziale sul controviale, tra le stazioni Porta Romana e Lodi della metro gialla; ed è quindi assolutamente sicura anche da fare con bambini.


Si percorre tutto corso Lodi, attraversando un quartiere densamente abitato e pieno di uffici e negozi. In questo tratto la pista è molto frequentata da ciclisti di tutti i generi e tutte le età che la usano per gli spostamenti quotidiani, soprattutto il tratto sul cavalcavia del vecchio scalo di Porta Romana, un collegamento di un centinaio di metri, che tuttavia, dopo la sua apertura ha cambiato la mobilità del quartiere, invogliando sulle due ruote molti residenti.

 

Arrivati in piazzale Corvetto si svolta a destra e si attraversa rapidamente viale Omero con i suoi alloggi ultrapopolari, fino ad uscire definitivamente dalla città. In questa porzione di periferia estrema, si trovano due dei parchi milanesi meno conosciuti e maggiormente affascinanti: il parco Cassinis ed il parco della Vettabbia. 
 

Il parco Cassinis, che non è attraversato direttamente da questa ciclabile ed è raggiungibile con una piccola deviazione, è molto controverso. La zona dalla parte di Rogoredo porta il marchio di “boschetto della droga”, sebbene negli ultimi anni ci sia un costante presidio delle forze dell’ordine e da quando l’intera area è affidata a Italia Nostra, si è effettuata una grossa opera di riqualificazione ambientale e funzionale, ancora in corso. Dal punto di vista delle due ruote, inoltre, all’interno del parco è stata realizzata una pista per mountain bike.
 

Il parco della Vettabbia si trova immediatamente a ridosso dell’Abbazia, attraversandolo sulla ciclabile si pedala sui terreni che nel Medio Evo erano coltivati dai monaci di Chiaravalle, i quali utilizzavano le “acque grasse” della Roggia Vettabbia nelle marcite, ovvero prati continuamente irrigati da acqua in movimento che, regolando la temperatura del terreno, consente di produrre foraggio per il bestiame anche di inverno. Oggi, al posto delle marcite ci sono le moderne vasche di fitodepurazione degli impianti di Nosedo, oltre a prati enormi, boschetti e canaletti. Spazi ideali per un pic-nic o anche solo da attraversare in bicicletta.
 

Uscendo dal parco, pochi metri su strada aperta al traffico portano all'ingresso dell’Abbazia, dove si può visitare la chiesa e tutto il complesso oppure rilassarsi, mangiando qualcosa al punto di ristoro o alla bottega dei monaci. Gelato per i più piccini e birra per i più grandi, anche se da queste parti orzo e luppolo non venivano coltivati e non c’è una birra d’abbazia autoctona. Tuttavia Chiaravalle ha un importanza storica perché qui è nato uno dei prodotti gastronomici italiani più famosi.

Nel XII secolo attorno a Milano c'erano solo paludi. I monaci cistercensi effettuarono le prime bonifiche della pianura Padana, rendendo le campagne a Sud di Milano adatte all'allevamento dei bovini.


Con la tecnica delle marcite, descritta sopra, si avevano raccolti di foraggio durante tutto l'anno ed i monaci avevano così tanto latte a disposizione che dovettero trovare un modo per conservarlo a lungo.

 

E inventarono il Grana Padano.

Nato qui a Chiaravalle

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