A chi danno fastidio le piste ciclabili?
- Boss
- 9 lug 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Qualche giorno fa un quotidiano nazionale, un tempo considerato autorevole, ovvero il Corriere della Sera, ha lanciato sulla pagina locale di Milano un sondaggio che mi ha lasciato perplesso, per usare un eufemismo.
Piste ciclabili a Milano, cosa ne pensate?
a) Vanno ridotte
b) Vanno aumentate
Ma che cazzo di domanda è?
E' vero, la mobilità urbana è un tema complesso, e ci può essere un dibattito aperto su quale possa essere la strategia più efficace per gestirla e come ripartire le risorse per incentivare le diverse forme di trasporto pubblico o la mobilità dolce o il car sharing o su quanto spazio lasciare al trasporto privato.
Ma come cazzo si fa a chiedere una cosa del genere? Chiediamo allora ai milanesi anche cosa pensano dei semafori, dei marciapiedi, degli autovelox o dei vigili urbani, se ce ne sono troppi o troppo pochi. A questo punto diminuiamoli tutti, che il traffico è più scorrevole senza doversi fermare agli incroci, togliendo i marciapiedi si recuperano un sacco di parcheggi, tanto è inutile passeggiare quando possiamo entrare con l'auto fin dentro un supermercato o un centro commerciale, ed anche vigili ed autovelox servono solo ad ingrassare le casse del comune ai danni dei poveri automobilisti che devono correre per andare a lavorare ed hanno il diritto di lasciare la macchina in doppia fila per andare a comprare le sigarette.
Perchè non stiamo discutendo su pregi e limiti della bicicletta in città, su quale sia il modo più sicuro per far convivere mezzi a motore e mezzi a pedale su una stessa strada, o sul conforntare l'efficacia dei trasporti pubblici rispetto alla bicicletta privata. No stiamo sostenendo l'opinione che le piste ciclabili vadano diminute. A Milano. Un po' come sostenere che una persona obesa deve diminuire la frutta e verdura che mangia. Non è un'opinione diversa. E' una follia.
Purtroppo non possiamo ignorare questo post con sufficienza, come se fosse una qualsiasi cazzata scritta sul Foglio o sul profilo social di un salvini o una meloni qualsiasi. Nel momento in cui scrivo le ciclabili "vincono" con il 60%. Non è una buona notizia, perchè vuol dire che un 40%, pari a 5200 persone pensano che uno dei problemi di Milano sia che sono troppe piste ciclabili e che vadano diminuite.
Ma perchè? Secondo quale logica? Non si tratta di partigianeria, ma davvero non riesco capire.
Se Dante fosse ancora vivo metterebbe costoro nel girone delle città senza bici, condannati a restare per sempre chiusi nelle proprie automobili, imbottigliati nel traffico a cercare un parcheggio libero, che non si trova mai. E quando, pieni di speranza, intravedono un posto libero appare dal nulla un diavolo ad occuparlo.
Non è fantasia, ma un inferno così fatto è molto vicino alla realtà, se si applicano le idee dei vari paladini anti-ciclabili.
A Milano nell'ultimo anno c'è stato un boom di biciclette (l'ho raccontato in questo post), accompagnato da polemiche tipicamente italiche (come questa).
Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, oggi a Milano ci sono molte più persone che scelgono con entusiasmo la bici per i propri spostamenti ed hanno qualche possibilità in più per farlo, perchè ci sono più ciclabili, un bike sharing capillare e mezzi elettrici per chi è meno atleta.
Se guardiamo il bicchiere mezzo vuoto, ci sono anche molte persone cui le bici danno fastidio e non si limitano a scrivere contro sui social, ma sono irrispettosi e pericolosi alla guida e gli episodi di minacce o aggressioni verso i ciclisti sono molto frequenti, spesso da parte di chi fornisce un servizio pubblico, che, in teoria, dovrebbe avere una maggiore educazione stradale.
Ma siamo in Italia, dove per strada non c'è rispetto per gli utenti più deboli e vige la legge del più forte, non il Codice della Strada.
Domenica sera ci giochiamo la finale a Wembley, potremmo diventare campioni o vice-campioni d'Europa nel calcio, ma per sicurezza stradale contro molti paesi europei non c'è partita. Ed è un problema anche culturale.
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