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Ruote senza pedali: basket in carrozzina


Off-topic. Non si tratta di bicicletta, ma è comunque un'esperienza con due ruote che vale la pena raccontare.


La scuola elementare della mia marmocchia quest'anno ha partecipato ad un progetto su sport e disabilità, organizzato da inGROSSIamoci e ASD Briantea84, squadra campione d'Italia 2021 di basket in carrozzina. Alcuni atleti sono venuti nelle classi a raccontare la propria storia sportiva e personale condividendo con i bambini le proprie esperienze ed emozioni.

A progetto concluso siamo stati invitati, genitori ed alunni, ad assistere alla finale scudetto contro la Amicacci Abruzzo. E così sabato scorso abbiamo riempito due pullman direzione PalaMeda, dove ci siamo sistemati in "curva" con striscioni e cartelloni per sostenere la squadra.


Quella a cui abbiamo partecipato è stata soprattutto una piacevole giornata di sport: palazzetto pieno con un migliaio di tifosi, telecamere di Rai Sport a trasmettere la diretta, speaker ad intrattenere il pubblico ed a suggerire i cori. Ed infine un gara emozionante e vissuta, soprattutto nelle ultime due frazioni, con il fiato sospeso ad ogni possesso.


Briantea parte meglio chiudendo a +3 il primo quarto, poi crolla nel secondo quarto, 9-20 di parziale che porta Amicacci avanti di 8 punti. Il terzo tempo vede una continua rimonta della Briantea, canestro dopo canestro, accompagnata dalle urla dei tifosi al centro che ha portato Briantea avanti di 1 e subito contro-sorpassata dagli abruzzesi. Alla sirena 48-48, tutto da decidersi nei 10 minuti finali. Ultimo quarto tiratissimo, ad ogni tiro eravamo con gli occhi fissi sulla palla, in apnea ad aspettare se la palla entrasse o meno e pronti ad esultare per il canestro o per un rimbalzo conquistato. Ad un minuto dalla fine +1 Amicacci e possesso Briantea che però fallisce la realizzazione, lasciando gli ospiti la possibilità di gestire il vantaggio a 25" dalla fine. Analogamente al basket tradizionale, c'è la regola per cui una squadra ha 24" di tempo per tirare a canestro, scaduti i quali cede la palla agli avversari. Ad Amicacci, quindi, basta semplicemente tenere palla fino alla fine dei 24" per vincere la partita. L'unica chance per Briantea è cercare il fallo volontario (ne commetterà due perché il bonus ancora non è esaurito), concedere il tiro libero agli avversari, che però realizzano e vanno sul +3, e così avere la chance dell'ultima azione. Mancano 10 secondi. Serve un tiro da tre punti per andare ai supplementari, eccolo, la palla finisce sul tabellone, rimbalzo a favore, nuovo tentativo, fuori. Tempo scaduto ed Amicacci vince 67-70.


Oggi (21/05 ore 17.00) c'è la gara di ritorno. Ancora diretta su Rai Sport. Divano ed occhi alla tv, sperando in una rimonta con la stessa ansia con cui aspetterò domenica sera l'ultima di campionato di calcio, quando la squadra della mia città giocherà per una incredibile salvezza in serie A. Forza Briantea e forza Salernitana.


Questo perché il basket in carrozzina è uno sport per disabili, ma prima di tutto è uno sport e basta. L'agonismo, le emozioni, lo spettacolo della finale è lo stesso che avrei vissuto con qualsiasi atleta in campo di una qualsiasi altra disciplina. E mi ha fatto venire voglia di sedermi su una sedia e provare a palleggiare correndo o centrare un un tiro libero da seduto. Cosa che sarebbe anche praticabile ufficialmente, visto che il regolamento prevede un sistema di punteggi ed handicap che consento di far giocare insieme "alla pari" uomini e donne, atleti normodotati ed atleti con diversi gradi di disabilità. Anche ad alti livelli come quelli di una finale scudetto. Una possibilità di inclusione unica che non esiste in nessun altro sport.


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