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Attività motoria o attività sportiva?

Aggiornamento: 9 nov 2020

Dopo il DPCM delle regioni colorate, ci siamo improvvisati, per l'ennesima volta, interpreti di diritto per decifrare cosa è possibile fare in quello che è ormai l'organismo ufficiale per le discussioni legislative, ovvero Facebook.

"E' consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale"

Questo è l'art.3 comma 4, lettera e del decreto che stabilisce le regole valide all'interno della Lombardia e delle altre regioni "rosse".

Leggendo penso che non sono costretto a restare chiuso ermeticamente in casa, si può uscire per una passeggiata nel quartiere o anche per un bel giro in bici, lontano da casa, purchè da soli.


Ma la lingua italiana che a me sembra chiara e univoco non lo è per tutti:

"sì, ma non puoi uscire dal tuo comune" "sì, ma devi restare in prossimità della tua abitazione"

"no, ma nelle zone rosse non puoi proprio uscire di casa"

sono alcuni dei commenti ricorrenti, corredati da link di articoli, faq e elucubrazioni sulla posizione di virgole e punti e virgola, sulle definizioni di attività motoria e attività sportiva, o sul significato della parola altresì.


Oggi a Milano, nonostante sia novembre, è una splendida giornata di sole, perfetta per pedalare. Avrei voluto pianificare un lungo giro, esplorando qualche percorso da pubblicare prima o poi sul blog, ma l'ansia da DPCM me lo ha impedito; ho passato la sera di sabato a leggere le discussioni e non a pensare un percorso, nonostante fossi assolutamente convinto che il decreto consente di andare in bici come prima. L'unico vincolo è che non si può andare in gruppo e si deve tornando a casa per pranzo, tanto i bar sono chiusi.

Perché alla fine, anche se hai ragione, ma ti ferma uno sbirro, che la pensa o è istruito diversamente ti intossica il giro, e quindi ho indossato una mascherina, sotto il mento, giusto per tirarla su all'occorrenza e limitato a restare in città, evitando i Navigli o i parchi più grandi e, probabilmente controllati, girando per strade non affollate, ma neanche vuote.


Ho ripensato all'ultimo giro pre-lockdown, sabato 7 marzo. Avevo ingarrato l'ultima occasione disponibile, per quella sera Conte avrebbe annunciato la zona rossa in gran parte del Nord Italia. E quella era stata l'unica altra volta in cui andare in bici non aveva calmato le mie paure. Erano i giorni delle prime chiusure scolastiche in Lombardia e dei primi focolai noti, quando le informazioni erano ancora più contraddittorie di adesso, ma si continuava a cercare una vita più o meno normale. Nonostante il timore del Covid, non avevo voluto rinunciare a prendere la bici, non ci uscivo da un mesetto, ma avevo rifiutato l'invito e la compagnia di un gruppo di amici. Ero andato a Vigevano, volevo entrare pedalando in piazza Ducale, per vedere se era veramente così bella, come si racconta. Quando sono arrivato, sono rimasto impressionato, sia dall'eleganza degli edifici che dalla folla che la riempiva. Ho scattato timidamente un paio di foto, cercando un paio di angoli isolati e tornando indietro velocemente, senza fermarmi neanche per un caffè. E' stato un record: 78km senza entrare in nessun bar.



Anche quello di oggi è stato un giro, con una sensazione strana, non il timore di contatti troppo ravvicinanti, come a marzo, ma il timore di posti di blocco. Ai primi incroci, se vedevo qualche mezzo della polizia locale, mi mettevano sull'allerta, sperando di non essere fermato. Non ero sicuro che se mi avessero contestato un qualcosa, non avrei risposto in modo polemico ed accusatorio, convinto di essere nel pieno diritto di fare attività sportiva. Non è successo, le poche forze dell'ordine incrociate erano impegnate in altro che accusare i ciclisti, come molti sui social, invece, amano fare. E di persone in giro a piedi, in bici, con i bambini o con i cani, tra i parchi o tra le saracinesche abbassate ce ne erano abbastanza. E' vero che la situazione generale non è piacevole, ma uscire all'aria aperta e da soli non la aggraverà. Come scrivevo a maggio nel mio primo post sul blog #inbicisipuò

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